Il nostro rapporto con i partiti

“Identità e Differenza” è un’associazione culturale-politica e apartitica. Naturalmente ciò non significa che i/le appartenenti a “Identità e Differenza” non possano anche appartenere a formazioni partitiche e svolgere attività nei partiti a tutti i livelli. Questa nota vuole fare chiarezza su come queste diverse appartenenze possono conciliarsi.

Può un partecipante sostenitore di “Identità e Differenza” essere attivo e candidarsi in o per un partito?

Evidentemente sì, e questa risposta è soltanto la constatazione di un dato di fatto: la libertà personale di ognuno. Questa risposta non è niente di simile a un consenso o un’autorizzazione: non abbiamo uffici o commissari politici.
La questione riguarda gli individui, la loro scelta di attivarsi in maniera personale e non riguarda “Identità e Differenza”.
Certo che se la scelta fosse quella di partecipare ad un partito o ad una lista elettorale che fosse all’insegna della guerra o della xenofobia o altro di simile, entrerebbe in contraddizione con i nostri valori, convinzioni, politica e pratiche politiche. Si tratterebbe comunque di questioni inerenti alla facoltà personale che ciascuna/o ha di fare libera scelta e di comportarsi come crede.

Come si concilia l’attività in un partito o una candidatura con il carattere apartitico di “Identità e Differenza”?

Un uomo, una donna è una somma di caratteristiche, e di appartenenze, senza che si esaurisca in nessuna di esse: può appartenere al circolo degli scacchi o delle bocce e anche a “Identità e Differenza” e/o agli “amici del loggione o della biblioteca” o ad un partito, senza che questi raggruppamenti siano in sovrapposizione. Se si tratta di persona di media sanità mentale, è improbabile che questi raggruppamenti siano tra loro incompatibili o in totale contrasto.
Resta chiaro che non verrebbe messo in questione il carattere di partecipante, sostenitore e simpatizzante dell’Associazione se una persona sceglie di candidarsi, nel contesto sociale, per un qualsiasi partito o movimento, fermo restando la chiarezza e il rispetto delle relazioni, delle differenze, delle diversità delle persone che si incontrano nei laboratori di ricerca di “Identità e Differenza”, essendo questo un luogo libero e apartitico, un “luogo accanto”, un “altrove” rispetto alle istituzioni partitiche e governative.

Come comportarsi in campagna elettorale?

I singoli componenti possono ovviamente fare ciò che credono, non però a titolo di partecipanti o in nome di
” Identità e Differenza” che, come gruppo di persone e come nome, non è in nessuna misura o forma utilizzabile a fini elettorali.

Il candidato può “raccontarsi” come “attivo nel mondo del volontariato”, e quindi anche in “Identità e Differenza” che si connota come associazione di volontariato culturale-politico?

Sarebbe difficile, forse ridicolo, tacere circostanze evidenti e notorie, dunque non pare ragionevole escludere che qualcuno dica di questo suo impegno, ricerca e partecipazione in “Identità e Differenza”. Anzi è pure auspicabile dato che fa parte dell’attività dei componenti l’associazione (che non ha scopi di lucro ed è all’insegna della volontarietà) il lavoro di ricerca, comunicazione e trasmissione delle pratiche della politica delle relazioni. Tale politica è apartitica e quindi trasversale agli schieramenti partitici.
Tuttavia occorre evitare, in questo impegno, le strumentalizzazioni da parte di istituzione partitiche e/o civili che potrebbero avvalersi, oltre che del nome della persona che sceglie di impegnarsi con loro, anche di tutte le altre persone (se nominata l’associazione o il gruppo) che sono invece libere di scegliere altro.
In nessun caso si deve lasciare spazio all’equivoco che qualcuno sia “il candidato di Identità e Differenza” o il suo futuro rappresentante in un’assemblea elettiva.