Amore, conflitto e azzardo politico

Anno 2004-2005

Ci siamo autoconvocati per valutare insieme che cosa intendono fare sapendo che a questo primo incontro di quest’anno partecipano donne e uomini che da anni frequentano questo laboratorio e altre/i che sono presenti per la prima volta.

Anche per questo è sembrato opportuno, a differenza degli altri anni, dove veniva proposto già un possibile itinerario di ricerca, chiederci se vogliamo continuare e come, facendo che cosa.

Di solito si procedeva prendendo l’avvio dalle posizioni emerse nel Convegno di Asolo e imboccando un percorso che portava al successivo convegno annuale.

Anche questa volta si può partire dalle proposte e dagli stimoli ricavati dagli interventi e dalle valutazioni scritte nelle schede celesti di Asolo, con attenzione, però, ad una impressione che alcuni hanno ricavato dal laboratorio dello scorso anno.

L’impressione è che la politica 2a (quella per il governo), nonostante tutte le buone intenzioni, abbia finito con l’esercitare una sorta di prevaricazione sulla ricerca e sulle relazioni, condizionando la disponibilità di tempo e di energie rispetto alla partecipazione a questo laboratorio. I più impegnati nella politica 2a hanno dato la precedenza alle urgenze che questa richiedeva.
E’ necessario ritrovare il senso personale e comune di questi incontri e nominare l’intenzione di continuarli.
E’ utile continuare a chiarire proprio il rapporto che c’è tra politica seconda e politica prima utilizzando alcune riflessioni emerse ad Asolo.

Parecchi/e di noi, per un certo tempo, hanno pensato di tenere assieme i due piani: quello della politica per il governo, che prevede sue procedure, metodi, strumenti e scadenze, che deve fare i conti con i partiti e con i rapporti di forza, e quello della politica del partire da sé e delle relazioni, relazioni ricercate in quanto tali, non strumentali e con attenzione consapevole alla differenza sessuale, uomo-donna.

Oggi siamo consapevoli che la politica è una sola, quella del partire da sé e delle relazioni non strumentali.
E’ urgente e necessario che la relazione di differenza diventi un riferimento simbolico, quindi che stia a significare come donne e uomini possono stare insieme e fare azioni insieme rispettando la differenza sessuale.

Di conseguenza, l’obiettivo non è quello di portare questa politica là dove ci si muove per andare al governo o per conservarlo, cioè nel luogo della politica istituzionale.
L’obiettivo va piuttosto rovesciato: la politica prima ovvero la politica delle relazioni crea un orizzonte dove va a collocarsi anche la relazione di donne e uomini con cui deve fare i conti anche la politica istituzionale.

Quindi è importante mantenere luoghi della politica come la intendiamo noi, dove si fa una pratica di relazioni di differenza che permette di aprire conflitti, analizzare le differenze, capire e agire di conseguenza.

Siamo consapevoli di avere già una lunga esperienza di pratiche di relazioni di differenza che si sono espresse nei laboratori di ricerca e in azioni politiche svolte all’esterno, oltre che nei Convegni annuali ad Asolo. Ora ci chiediamo: quali possono essere le parole e i gesti che traducono la nostra esperienza in un fatto culturale e simbolico che interagisce con altri linguaggi?
Quale orizzonte possono disegnare le relazioni di differenza?
Come le relazioni di differenza possono diventare un nuovo riferimento simbolico?
E ancora
Che cosa vogliono fare gli uomini?
Che cosa vogliono fare le donne?
Che cosa vogliono fare le donne e gli uomini insieme”

Amore Conflitto e Azzardo Politico: sono gli elementi che vivificano le pratiche delle relazioni di differenza e che, a donne e uomini, mostrano un nuovo orizzonte.

– Come viviamo la relazione di differenza (uomini e donne, allo stato attuale). Cosa c’è al fondo di questa relazione, che la fa diversa da quelle con il proprio sesso. Questo è da vedere sia nella relazione duale, sia nel contesto del gruppo di ricerca, sia portando esperienze esterne.

– Come viviamo lo scarto tra il luogo delle relazioni e i luoghi del mondo dove prevalgono i rapporti di forza. Questo è vissuto soprattutto da parte maschile come uno scacco (es. il cruccio e il senso di impotenza nel modificare la politica (per il governo) di alcuni uomini partecipanti) che andrebbe interrogato ancora e più profondamente in senso politico: quali sono le conseguenze politiche di questo scacco?

– Perché ci sono uomini che fanno scelte di pace, di giustizia sociale, di rispetto delle differenze e accettano di spendere la maggior parte delle loro energie, della loro intelligenza e del loro amore nella politica di parte o in movimenti politici dove alla donna non è riconosciuta la differenza femminile, se non in senso della parità con l’uomo?
– Quali sono i moventi che ci portano ad agire o a non agire (collegati a desideri, a bisogni, a senso di responsabilità?)

– C’è da agire i conflitti in modo da non distruggere il meglio delle relazioni.

– C’è da far emergere la differenza uomo-donna senza timore di entrare anche in conflitto nell’affrontare determinate questioni.

– C’è da costruire una vera relazione tra donna e uomo, tra uomini e donne superando la tentazione di pacificare negando i conflitti.

– C’è da imparare a farsi e a essere “mediazione vivente”.

– C’è da costruire un orizzonte dove entra anche la politica istituzionale e dove dovrà esprimersi necessariamente in maniera diversa.