Pratiche di politica creativa

Anno 2003-2004

Quest’anno ci interrogheremo su come passare da una politica del consenso ad una politica del senso, se Lui e Lei vogliono provare a dare un’anima alla politica.

Solo da una nuova relazione tra donne e uomini può venire una nuova creatività della politica e mai come oggi se ne sente il bisogno, in una situazione di generale degrado, dove la politica dei partiti esprime ben poca creatività.

Nelle relazioni politiche, dominate da una logica basata sui rapporti di forza, ci si illude di cambiare le cose senza modificare se stessi, perché a dominare sono relazioni di tipo strumentale. Il cambiamento di sé può esserci invece se ci si mette in gioco in una relazione di differenza, in cui specialmente gli uomini si dispongano a un “lasciare che qualcosa avvenga”, vincendo la “paura di perdere il controllo della situazione”, riconoscendo desideri e agendo un conflitto che può non essere distruttivo.

Si parte quindi dai nostri desideri, valori, volontà e…passioni, pur non trascurando i problemi da risolvere e le scadenze da rincorrere.

“Sentiamo l’urgenza di una pratica politica che metta in relazione conflittuale la differenza femminile e maschile per tentare di capire e di comunicare, in vista di un agire condiviso. Che comincia proprio da qui, da un confronto senza riserve.”

PER IL LAVORO DI RICERCA E LA COMUNICAZIONE

Iniziamo a nominare e a scambiare consapevolezze guadagnate, pratiche politiche e interrogativi

– Ci sono donne, consapevoli della differenza, che chiedono agli uomini di farsi più prossimi per evitare l’abitudine da parte di molti ad adoperare lo strumento della interpretazione codificata e continuando così ad ignorare la reale nominazione femminile.

– Ci sono uomini, consapevoli della differenza, che riconoscono che le donne (non tutte) sanno osare di più degli uomini nello scegliere e nel percorrere strade nuove e inusuali e chiedono a queste donne una maggiore partecipazione nelle attività della politica istituzionale, senza però prevedere o accettare il rischio dello sconvolgimento che può derivare dalla libertà femminile agita in luoghi creati da uomini per uomini.

– Come e dove aprire nuovi conflitti simbolici con la politica e la cultura dei rapporti di forza e delle relazioni strumentali, con la consapevolezza che questo è un intento su cui rilanciare le relazioni tra donne e uomini, poiché si tratta di un interesse condiviso.

– Promuovere la pratica delle relazioni non strumentali, autentiche, libere e dinamiche, tra donne, tra uomini e tra donne e uomini: una pratica politica che già c’è e che va riconfermata e rilanciata, che sa che per stare al mondo in signoria non serve il potere, ma l’amore e non servono le strategie di lotta, bensì le strategie del dono.

– Cercare le mediazioni e le traduzioni per andare, con questa pratica, nel mondo (della politica istituzionale, del lavoro, della cultura, dell’arte, ecc.) e per poter agire e riflettere “in contesto”.

– Affermare l’efficacia di una politica “soggettiva”, dove il soggetto politico è un soggetto relazionale che parla e agisce a partire da sé, disponibile a modificarsi contribuendo alla modifica della realtà.

– Contrastare la cultura dell’indifferenza sessuale attraverso la visibilità delle relazioni di differenza (tra donne e uomini) in pratica e non in teoria.

Alcuni spunti di riflessione e di azione per approfondire l’esperienza e la consapevolezza delle nostre pratiche

– Salvaguardare la differenza sessuale nelle relazioni politiche, di lavoro e di amicizia (nella cultura dominante la differenza si salva solo nelle relazioni amorose/erotiche, nelle altre è azzerata).
– Promuovere lo scambio d’essere, non solamente il racconto delle cose fatte o da fare.
– Compiere azioni d’amore per promuovere situazioni e contesti in cui diventi desiderabile lo scambio d’essere.
– Chiederci come vogliamo stare insieme, non solo che cosa vogliamo fare insieme.
– Riflettere sul bisogno e sull’interesse reciproci e, se ci sono, nominarli.
– Saper vedere il di più dell’altra, il di più dell’altro e far circolare l’autorità che ci si riconosce.
– Evitare le generalizzazioni ed essere consapevoli che le relazioni, anche se vissute all’interno di un gruppo, sono sempre duali, nel senso che il tipo di relazione è diverso con ogni singola persona.
– Il conflitto e la passione nello scambio tra i sessi possono produrre quel mutamento di sé che rende leggibili e nominabili aspetti della realtà prima rimossi. Questa capacità di nominazione, non è ciò che si può intendere per “creazione”, e quindi “creatività” della politica?

E’ necessario che la politica sia creativa per inventare nuove pratiche, luoghi, situazioni inedite per mettere al mondo relazioni che possano generare bellezza e benessere in cui vivere. A partire da quella rete di relazioni personali che già abbiamo guadagnato, in cui possiamo confrontarci, in sincerità e libertà, su motivazioni, valori, prospettive e strumenti da usare.